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andy_roma

Age when it happend: 14
Where it happened: seaside, nort-east of Italy
Langauge: italiano
Sex: Male
Rating: 3
Category: Straight

Troverete due diverse storie mie su questo sito, perché devo raccontare… le 2 mie prime volte: la prima come ragazzino etero, o che pensava di essere tale, la seconda come gay, che è ciò che realmente sono. Questa che segue è la mia prima volta da eterosessuale.

La primissima volta che ho fatto sesso avevo 14 anni e mezzo, era il 1972, io ero in un posto di vacanza nel nord d’Italia, al mare, nell’hotel gestito da miei parenti. Ero un ragazzino piuttosto bruttino, all’epoca (sono decisamente migliorato, dopo *smile*), e anche dall’aspetto ancora molto infantile.
Lei era una cliente dell’albergo, in vacanza da sola, aveva quasi 20 anni, magra, alta, almeno rispetto a me, molto divertente, simpatica, e in fondo era la prima ragazza, anzi per me la prima donna, che mostrava per me un interesse che non fosse quello di un adulto verso un bambino, ma di una ragazza verso un ragazzo. Passavamo molto tempo insieme: mare, spiaggia, bar… insomma stavamo praticamente tutto il tempo insieme.
Presto scoprii che era l’amante di un uomo molto più grande di lei, sposato, che le pagava la vacanza, ma non poteva raggiungerla. Credo che lei fosse molto arrabbiata con lui, anche alla luce di quanto successe una sera…
Quella sera andammo al cinema, una di quei cinema semicoperti così tipici dei posti di mare negli anni ’60 e ’70. Ricordo ancora che vedemmo “007 Operazione Goldfinger”… Il film finì verso le dieci e mezza, e andammo a piedi lentamente verso l’hotel, chiacchierando del film e di altro.
Arrivati nel parcheggio semibuio dell’hotel ci fermammo. O meglio, LEI si fermò, e io naturalmente anche: già all’epoca ero tendenzialmente un nottambulo, e mi piaceva l’idea di restare ancora a chiacchierare con lei. Ma non c’era nulla di sessuale, nella mia idea di quel piacere, credo fossi ancora troppo bambino per collegare l’idea di passare del tempo con una ragazza con quella di un interesse sessuale, e poi lei era decisamente grande, ai miei occhi: perché diamine una come lei, carina, benestante, simpatica, con molta esperienza avrebbe dovuto essere interessata a un ragazzino bruttarello e goffo come me?
E invece lei mi si avvicinò lentamente, con un leggerissimo sorriso, e con molta dolcezza mi baciò, prima quasi solo un colpettino sulle labbra, a labbra chiuse, poi un altro, più prolungato, poi provando con la lingua le mie labbra. Ora, è vero che ero goffo e stupidino, ma non proprio totalmente ingenuo, e da qualche mese (ho avuto una pubertà molto tardiva, cosa che m’aveva fatto soffrire molto!) avevo imparato a masturbarmi. Non c’era internet, ai tempi, naturalmente, ma c’erano i giornali porno, ed era facilissimo trovarne, anche semplicemente abbandonati da qualche parte per strada o in un giardino: così i rudimenti, almeno teorici, di cosa si potesse fare con una ragazza ce li avevo eccome! Eppure, anche quando quel bacio – già quello solo fu per me una prima volta: il mio primo bacio vero, da adulto, con lingua!! – si prolungò fino a diventare una vera pomiciata, e la mia erezione iniziava a farmi male per quanto ero eccitato, e le mie mani iniziavano a vagare per il corpo asciutto di lei, anche allora io non immaginavo che con lei ci potesse essere qualcos’altro, un passo in più, quello definitivo…
Fu sempre lei a prendere l’iniziativa: sapeva che io dormivo, da solo, in un appartamento non distante dall’hotel, l’appartamento dei miei parenti in effetti, ma loro vivevano l’intera estate in hotel. E così, staccandosi da me, mi disse “vogliamo andare un po’ dove dormi tu?”. Mi ricordo che io semplicemente assentii, incapace di dire altro, però la presi per mano, e andammo, per viette secondarie, fino alla piazza dov’era l’appartamento. Non ricordo molto di quel tragitto, solo che continuavo a ripetermi in testa “oddio, sto per farlo! Sarò il primo della mia classe ad averlo fatto! Così la pianteranno di prendermi in giro perché sono il più piccolo…”. E anche una volta saliti, più che pensare al fatto che stavo per perdere la mia verginità con una ragazza che mi piaceva molto, continuavo a pensare alle facce che avrebbero fatto i miei amici e compagni di scuola quando gliel’avessi raccontato… immagino fosse anche quello un segnale di quanto fossi immaturo!
Comunque, salimmo in camera mia e stavolta, finalmente, presi io un po’ d’iniziativa e ripresi a baciarla e a toccarla, ma ancora senza spogliarla, e senza spogliarmi io… per questo, fu di nuovo lei a dover intervenire: iniziò a spogliare me, poi lei, un pezzo per ciascuno. Beh, cmq era piena estate, non c’erano poi molti pezzi di vestiario da togliere! In meno di 5 minuti eravamo nudi. Io restavo estatico a guardare il suo corpo, la sua vulva coperta di un vello leggero, quasi fosse stato spuntato (chissà se lo faceva veramente, di tenerlo corto? Non glielo chiesi mai, a quei tempi nemmeno immaginavo che una cosa del genere si potesse fare!), i suoi seni perfetti, né troppo grandi e incombenti né troppo piccoli, semplicemente perfetti, coi capezzoli che puntavano leggermente in alto, appena più scuri della sua pelle, deliziosi da guardare, da toccare, e infine da assaggiare. Stranamente, sebbene fossi un ragazzino molto pudico e vergognoso, non mi sentivo per niente in imbarazzo a star nudo davanti a lei, con la mia erezione che pulsava. In imbarazzo semmai ero per non sentirmi adeguato, per essere inesperto, per non sapere dove mettere le mani.
Ma come ognuno di noi sa bene, le mani vanno per conto loro dove devono andare, e l’istinto prende il sopravvento, e tutto sembra all’improvviso facile, quello che SI DEVE fare.
E così fu. Tentai più volte di scendere con i baci fino a poterla leccare, ma ogni volta mi disse di no: fu una cosa che non volle mai farmi fare, chissà perché. Comunque mi ricordo, dopo forse 10 minuti di petting, la sensazione inebriante di entrare per la prima volta dentro una donna, il calore, l’umido, la sensazione d’essere avvolto in un guanto caldo e bagnato. Una sensazione bellissima, che mi accompagnerà sempre…
Ma dopo nemmeno un minuto lo tirai precipitosamente fuori, all’improvviso preoccupato. Ingenuo sì, ma non tanto da non sapere che SI DOVEVANO prendere certe precauzioni. Così le dissi “ma non abbiamo il preservativo!” e lei mi rassicurò, dicendomi di non preoccuparmi, e che era tutto a posto, e che non c’era nessun rischio. E intanto che mi diceva queste cose mi guidava di nuovo dentro di lei, sempre con tanta dolcezza, e con la stessa dolcezza m’incitava a possederla.
Per essere stata la mia prima volta, durai fin troppo, non so bene perché non guardai l’orologio, ma direi almeno una mezz’ora: istintivamente sapevo di dover variare il ritmo, di dovermi fermare quando stavo per raggiungere l’orgasmo, di dover aspettare lei. E lei lo raggiunse l’orgasmo, altroché se lo raggiunse… Quasi subito, e poi altre 4 volte, nel corso di quel mio primo rapporto, restando sempre su un livello di altissima eccitazione, su cui consecutivamente s’innestavano quei picchi in cui sentivo i suoi muscoli interni stringermi e massaggiarmi il pisello, e i suoi umori vaginali farsi più copiosi fino a bagnarmi anche lo scroto. Non avrei mai voluto smettere! E invece, naturalmente, ad un certo punto tutto finì, quando raggiunsi anch’io l’orgasmo: eravamo entrambi coperti di sudore, e dei nostri umori, e avevamo un’espressione sfatta: o almeno lei l’aveva, immagino anch’io!
Mentre ci riposavamo mi spiegò anche – io non ne sapevo niente – come funziona l’orgasmo femminile, e com’è diverso da quello maschile; e così capii anche che avevo fatto la cosa giusta, che quel variare il ritmo, quel cercare di resistere alla voglia di venire era esattamente ciò che serviva a lei per iniziare ad avere il suo di orgasmo!
Non dimenticherò mai la mia prima volta, anche se poi con lei lo facemmo anche nelle due serate successive, prima che lei partisse definitivamente e non la vedessi mai più.
E non dimenticherò mai neppure le facce dei miei compagni di scuola, quando rientrati in classe raccontai loro quel che era successo. La cosa per me strabiliante fu che davvero ero stato il primo della classe ad arrivare “a meta”, e anche che nessuno mise in dubbio il mio racconto, né la mia esperienza; forse perché non ero uno che si vantava mai di nulla, davano per scontato che se raccontavo qualcosa doveva per forze essere vera!

PS: D., questo racconto della mia prima volta è dedicato a te, che l’hai ressa possibile con una dolcezza ed una carineria che non a tutti gli uomini è dato sperimentare. Non potrò mai ringraziarti abbastanza per questo, ma sappi – se mai leggerai questa pagina – che sei stata non solo la prima ma anche l’unica donna con cui io sia stato a letto. La mia vita ha poi preso un’altra direzione, il mio orientamento sessuale mi è diventato chiaro, e io non ho più avuto contatti sessuali col sesso opposto.

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